sabato 25 gennaio 2014

Italicum: se Berlusconi si prende i meriti.

Nuova puntata nella disputa sulla legge elettorale.
E' di stamattina una dichiarazione di Berlusconi, ripresa dal Corriere della Sera: il Cavaliere, intervenendo telefonicamente a un incontro di forzisti a Napoli, ha rivendicato la paternità del disegno di riforma della legge elettorale che lunedì approderà alla Camera dei Deputati in prima lettura. "Le riforme di Renzi, sono le nostre - dice il Cavaliere - dopo vent'anni di insulti forse abbiamo trovato l'interlocutore nel nuovo leader del Pd", riferendosi al neo-segretario toscano. Così il leader in pectore di Forza Italia pone la propria firma sul testo di riforma, frutto dell'accordo siglato con Renzi una settimana fa, dopo oltre due ore di incontro nella sede del Pd al Nazareno. "Alcune di queste riforme - rilancia Berlusconi - sono quelle che approvammo già in Parlamento e che la sinistra cancellò con un referendum sciagurato. Altrimenti, l'Italia sarebbe un paese moderno già da anni". Con note al vetriolo il Cavaliere inaugura così la sua personale campagna elettorale, tentando di cavalcare l'ondata di ritrovata attenzione mediatica e fronteggiare il segretario Pd che, dal canto suo, pur di incassare l'accordo sulla riforma, da esibire come vessillo in vista delle prossime elezioni, ha accettato l'imposizione di Forza Italia sulle liste bloccate, anche a costo di provocare una frattura all'interno del suo stesso partito. Ora si attende la contromossa di Renzi, che certo non si farà attendere visto che il sindaco ha legato all'approvazione di questo pacchetto di riforme (revisione del titolo V e riorganizzazione del senato) il proprio futuro da leader Pd. Fonti lo danno impegnato a ultimare il testo prima dell'approdo in commissione riforme, dove l'iter non parte sotto i migliori auspici, vista la composizione della commissione nella quale Cuperlo batte Renzi 13 a 8.

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