mercoledì 5 febbraio 2014

Milena Gabanelli strega l'Alma Mater: il giornalismo d'inchiesta, Report e il valore delle idee.

Non era ancora la regina delle inchieste televisive quando Ettore Mo, maestro di giornalismo del Corriere della Sera nonchè suo mentore, le confessò di aspirare "a un racconto senza aggettivi".  Quella fu per lei l'illuminazione. "Meno fuffa e più ciccia", più contenuti e meno intrattenimento. Così Milena Gabanelli, volto di Report su Rai Tre, racconta, di fronte a un'aula affollatissima, i primi passi di una carriera pluridecennale. Ultima ospite del ciclo di incontri "Cinque giornate di giornalismo", organizzato nell'ambito del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Bologna, Milena Gabanelli risponde alle domande di fronte al pubblico, per lo più giovani e studenti che hanno affollato l'aula A del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione. Due ore in crescendo, in cui l'ospite d'onore, affiancata dal giornalista Mauro Sarti, dalla professoressa Giovanna Cosenza e dal Rettore Ivano Dionigi (intervenuto in veste non istituzionale), si è concessa, senza sconti, alle curiosità e alle domande dei relatori e del pubblico. E' una Gabanelli forte, tosta, diretta. Interessata a interagire con i ragazzi, ai quali cerca di trasmettere tutta la fatica e la soddisfazione del lavoro del giornalista d'inchiesta.

Prima di arrivare al timone di Report, programma di punta di Rai 3 da 17 anni, la gavetta: porte chiuse, insistenza e caparbietà. Dopo 5 anni di lavoro presso le sedi regionali, la prima collaborazione in Rai con Mixer di Giovanni Minoli. E poi i teatri di guerra internazionali: Jugoslavia, Cambogia, Vietnam, Somalia, Cecenia. I primi esperimenti di "giornalismo del pleistocene", lo chiama lei. Telecamera e taccuino, solitudine e intuito. Servizi raffazzonati ma dal contenuto potentissimo. E' questa la formula che farà la fortuna di Milena Gabanelli e della sua squadra. Fino a Professione Report e poi il Report dei giorni nostri: servizi di argomento economico e temi scelti seguendo l'istinto dell"uomo-spettatore medio". Così la Gabanelli racconta il backstage del programma, forte di una squadra ormai collaudata, "affetta da patologia compatibile" scherza lei: Simona Giannini, Bernardo Iovene, Sigfrido Ranucci gli inviati storici.

Non è affatto rosa il presente e il futuro del ruolo dell'informazione in Italia, confessa la popolare giornalista. Abituata a fronteggiare le querele che i personaggi al centro delle sue inchieste puntualmente indirizzano tanto a lei quanto ai suoi collaboratori, Milena Gabanelli riconosce che c'è un problema molto grave di credibilità e "perdita della funzione sociale del giornalista in Italia". "C'è poca tutela del sistema dell'informazione" - confessa a malincuore la giornalista - e  l'abitudine a intimidire i giornalisti, contravvenendo così a garantire il diritto alla libera informazione". Per tutelarsi a Report, tutto viene riportato per iscritto: tesimonianze, interviste. Tutto viene conserato, verbali, atti, documenti. 

"A intorbidire il sistema è la politica", sostiene la Gabanelli. I politici rifuggono le domande scomode. Il ruolo del "watchdog", il giornalista a guardia del potere, nel Belpaese è un'utopia. Così si finisce quasi sempre in tribunale, dove le cause durano, se va bene, 7 anni. "Negli altri paesi - dice la Gabanelli - se trascini ingiustamente un giornalista in tribunale sei obbligato a risarcirlo con un multiplo di quanto hai chiesto". Ma lei, la donna delle inchieste sul Monte dei Paschi di Siena, Antonveneta, Finmeccanica, su Antonio Di Pietro e i rimborsi gonfiati nei consigli regionali, non demorde: "mi illudo di non fare un lavoro che non serve a niente, altimenti avrei già smesso". La signora delle videoinchieste conclude con un "one man show" il suo intervento fra gli studenti: li coinvolge, li interroga, si avventura tra la platea, mette in piedi una lezione, dà consigli pratici su come entrare nel mondo del lavoro. 

Tre le dritte per i futuri giornalisti: idee, costanza, preparazione. E una gran bella dose di pazienza. 

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